25 MAGGIO 2024 | ORE 19.00
GIULIO SANTOLINI
LE BACCANTI - FARE SCHIFO CON GLORIA
NUMERO ZERO
di Giulio Santolini
con Mariangela Diana, Ilaria Quaglia, Veronica Solari
drammaturgia Lorenza Guerrini
assistenza coreografica Ilaria Quaglia
sound designer Simone Arganini
consulenza luci Marco Santambrogio
illustrazioni Irene Saponaro
progetto sostenuto da CollettivO CineticO nell' ambito di IPERCINETICO
residenza presso C.RE.A.RE CAMPANIA, Teatro In-Folio/Residenza Carte Vive, Teatro Comunale di Ferrara, Centrale Fies, Centro di Residenza dell'Emilia-Romagna Teatro Dimora L'Arboreto|La Corte Ospitale, Elsinor/Teatro Cantiere Florida | Progetto finalista del bando DNAppunti Coreografici 2023 | Con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”
In questo momento del mio percorso creativo mi sento sempre più chiamato da un aspetto specifico del teatro: il Dionisiaco. Sento il bisogno di indagare le forze più viscerali del teatro, strettamente legate alla nascita di questo rito: il Caos, la follia, l’animalità, l’asimmetria, la perdita del controllo. Nella mia ricerca sul Dionisiaco mi sono subito interessato a Le Baccanti di Euripide. Questo testo intercettava perfettamente il mio sentimento: la repulsione e allo stesso tempo il richiamo ineludibile che abbiamo, come società ed individui, per questa forza sommersa dentro di noi.
La norma restrittiva “anti-Rave”, ad esempio, fa precipitare nel presente più odierno la tematica del progetto, scoprendo l’estrema sensibilità della società attuale nei confronti della perdita del controllo. Un verso in particolare delle Baccanti risuona come un eterno ritorno Nietzschiano: “Anche se non lo vuole, questa città imparerà a conoscere i riti segreti di Bacco” (vv. 39-40).
Da uno studio teorico che parte da Euripide, Nietzsche (“La nascita della tragedia”), Byung-Chul Han (“La scomparsa dei riti”) e Paolo Pecere (“Il Dio che danza”), e da questo richiamo dionisiaco, che voglio indagare attraverso il corpo, inizia il mio flusso creativo: immagino 3 performer donne che celebrano un rito di riappropriazione del proprio corpo, della propria sessualità e della potenza della follia teatrale.
Il luogo rappresentato è un mondo post apocalisse climatica, un deserto rovente ricoperto di plastica. Un mondo già perduto, bruciato, profezia funesta di un panorama su cui ci stiamo schiantando alla massima velocità. Le Baccanti che immagino sono figure antiche e iperfuturistiche, appartengono ad un immaginario che crea corto circuiti fra la tragedia greca e David Cronenberg, in frizione con il canone di bellezza occidentale: un popolo di amazzoni/raver semidivine che è sopravvissuto al futuro ricongiungendosi con la parte più antica e viscerale del loro essere e che si sublimano attraverso una danza furiosa ed estatica. Immagino, a titolo di esempio, la scena dello smembramento del Re di Tebe come un lavoro sul tema del capro espiatorio. Una scena di stupro di gruppo che risuona con i fatti di cronaca nera legati al mondo dei party, in cui però i ruoli uomo/donna vengono ribaltati. Il maschile viene detronizzato, violato e cannibalizzato. La performance sarà interattiva e sperimenterà sugli stati di trance/estatici tipici della danza nel contesto rituale, da mettere in relazione ad un immaginario futuristico, alla ricerca di crasi filosofiche ed estetiche fra il concetto di Divino antico e la Virtualità odierna e futura. Il processo creativo prevede un'autorialità diffusa, in stretta collaborazione con le performer.