Liberamente tratto da Sei una bestia, Viskovitz di Alessandro Boffa 
con Antonio Penna
produzione La baracca dei buffoni
regia Orazio De Rosa

Uno scarafaggio arrampicatore sociale, uno scorpione killer, una spugna che vuole smettere di bere, un pappagallo che parla d’amore … Viskovitz è ognuna di queste bestie e molte altre ancora, alle prese con le loro bizzarrie, nevrosi, vanità. Ma è la condizione umana, in tutta la sua dignità e scostumatezza, a essere rappresentata attraverso queste esilaranti metamorfosi. Sei una bestia, Viskovitz (Titolo provvisorio) è un tour de force di comicità e intelligenza, dove il gergo scientifico diventa invenzione linguistica, la battuta aforisma. Attacchi folgoranti danno vita a intrecci pieni di sorprese, che spaziano dalla gag comica al western, dall’assurdo al blues. Sono favole ironiche che illuminano un mondo in cui si fatica a essere animali e si finisce per diventare bestie. L’idea di questo spettacolo nasce dall’ esigenza e dalla necessità di trattare dei temi cosi attuali in modo assurdo, esilarante, cattivo, così come le tratterebbe un clown; Quattro favole che hanno come protagonista quattro animali: uno scarafaggio, uno scorpione, una spugna e un pappagallo, tutte collegate tra di loro attraverso problemi e situazioni analoghe a quelle che vive l’essere umano ogni giorno, in qualche parte del mondo. Uno spettacolo che parte dal teatro di prosa, passa per il circo e arriva al teatro di figura.
Le favole sono raccontate in un impianto scenografico semplice: una scatola, che prima viene aperta e che funge da pannelli attrezzati e fondali che cambiano a seconda del mondo animale che narra la storia; scatola che poi viene chiusa, e che rappresenta, attraverso una girandola bianca che prende man mano colore, un mondo che quotidianamente gira e vede animali ed essere umani lottare per la conquista di una vita dignitosa,ricca di benessere, amore ed armonia. La regia impostata su un livello fantastico e il personaggio “clown” che da sempre sa parlare della nostra umanità in maniera divertente, poetica e cattiva, ci permette di indagare sul bisogno primordiale dell’uomo di affrontare con coraggio, qualsiasi disagio pur di trovare la felicità, cercando l’amore o rinunciandoci completamente.