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musica originale (live) Puccio Castrogiovanni
danzatori Adriano Coletta, Alain El Sakhawi, Adriano Popolo Rubbio, Roberto Provenzano, Antoine Roux-Briffaud, Fernando Roldan Ferrer, Salvatore Romania
ai marranzani (scacciapensieri) Puccio Castrogiovanni
tamburi Arnaldo Vacca
hang Salvo Farruggio
testi di Nello Calabrò
luci, scene e costumi Roberto Zappalà
una produzione Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza – Centro Nazionale di Produzione della Danza

Instrument Jam è lo spettacolo che va ad aggregare tutti gli strumenti del progetto Instruments diRoberto Zappalà, che è stato sviluppato dal coreografo nell'arco di più anni in tre tappe consecutive,dedicate a tre diversi strumenti: il marranzano (o scacciapensieri per Instrument 1 <scoprirel'invisibile>), l'hang (per Instrument 2- la sofferenza del corpo-), i tamburi (per Instrument 3: cagesculpture). Un desiderio che Roberto Zappalà aveva sin dall’inizio del progetto ma che si concretizzaadesso alla soglia delle 100 rappresentazioni di Instrument 1, lo spettacolo della compagnia che hamaggiormente circuitato nel mondo e che compie 10 anni dalla creazione.Ed è proprio sull'impianto coreografico di Instrument 1 che si sviluppa Instrument Jam. In questocaso il virtuoso di marranzani Puccio Castrogiovanni viene affiancato da altri due straordinarimusicisti, Arnaldo Vacca ai tamburi e Salvo Farruggio all’hang. La partitura di Instrument 1 viene cosìarticolata su più voci per la scoperta di ritmi e sonorità innovativi e di grande impatto.Amplificare e arricchire la strumentazione della partitura musicale della creazione non può che influiresulla partitura coreografica, che pur non discostandosi sostanzialmente da quella originale siarricchisce e si “amplifica” a sua volta. Gli echi musicali dei nuovi strumenti si riverberano sulla danzacreando nuove suggestioni e risonanze; echi che sviluppano e producono altri echi.In scena insieme ai musicisti i sette danzatori della Compagnia Zappalà Danza, tutti uomini, cheinterpretano convigore e arroganza una Sicilia senza confini, dove la tradizione e il moderno siincontrano, si incrociano, si fondono.Con Instrument I Roberto Zappalà ha anche avviato re - mapping sicily, un percorso intrapreso dalcoreografo al fine di rileggere la Sicilia attraverso il suo linguaggio scenico.

Ogni viaggio degno di questo nome è legato ad una mappa; che si segua prima della partenza o chesi disegni al ritorno, la mappa è sempre un viaggio.Si può viaggiare anche attraverso i concetti, i luoghi comuni, gli stereotipi, le credenze, le abitudini diun luogo le cui mappe sono logorate per il troppo uso ed è urgente approntarne di nuove.Borges insegna che la mappa non è il territorio, a maggior ragione se il territorio in questione è laSicilia, perché, Bufalino docet, la Sicilia non esiste, ci sono cento Sicilie e ognuna avrebbe bisogno dialtrettante interpretazioni. Per interpretare servono gli strumenti e lo spettacolo si fa carico, nel sensoletterale e metaforico, di tre di questi, due tipici della tradizione siciliana, il marranzano e il tamburo acornice, e un terzo esterno a questa tradizione e anche moderno essendo stato inventato nel 2000,l’hang, per farne appunto strumenti d’interpretazione, per aprire strade e percorsi che la danza cipropone in maniera dolce e oscura.Ogni strumento è anche una protesi, e le protesi marranzano, tamburo, hang, servono a pescare nel“mare” Sicilia e a trovare interpretazioni, narrazioni, pensieri.Un altro nome popolare di uno di questi strumenti, il marranzano è scacciapensieri, contrariamentealla danza dello spettacolo che ha l’ambizione alta, com’è giusto che sia, non di scacciarli, ma di farli venire.

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